Evito di scrivere qualcosa di
sorta sul nostro cartellone estivo, generalmente. Lascio correre, ogni anno,
per non ripetere concetti espressi nel primo blog (2007).
Avevo ricostruito dei
passaggi recenti che portavano alla situazione d’allora e che è simile a quella
odierna. C’era attenzione per l’oggetto
culturale in sé (poesia, quadro, pièce,
brano musicale), un tempo. È poi giunto il momento dell’autore o del «tecnico»: un chitarrista organizza uno o più concerti
di colleghi o anche di pianisti, d’orchestre. Oggi viviamo la seconda fase del
periodo «direttore artistico».
Descrivevo sette anni fa la prima fase: il nostro chitarrista chiama anche un
poeta a recitare e un pittore che espone le sue tele. Ai nostri giorni un
idraulico, un odontotecnico, un trasportatore, un barbiere può dirigere un
festival che propone di tutto (musica, danza, teatro, cinema, letteratura ecc.)
e trattare senza problemi con enti pubblici e privati.
«Il buonsenso è stata la bussola di questa programmazione estiva» (G.
Chiostri, Note e parole nell’estate di
Avezzano, in «IlCapoluogo» 19 luglio 2014), così si è espresso l’assessore
alla Cultura alla presentazione del cartellone estivo – in perfetto ritardo, al
solito. (Chi meglio di lui e del resto della Giunta conosce la condizione delle
casse comunali? Non discuto nemmeno questa volta).
Poco di nuovo, in ogni
modo. (1/2)
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