Piazza G. Matteotti è oggi
caratterizzata dalle strade a nord del Quadrilatero, più che dagli edifici, dalla
Stazione o dai «giardinetti»; essa è divenuta più che altro un luogo di
passaggio per i locali dopo la ristrutturazione degli anni Novanta. La zona in
precedenza era divisa in tre da corso della Libertà e via Garibaldi; c’era il
bar e l’edicola – nei pressi del giornalaio si aggirava un paio di prostitute.
Gli avezzanesi non frequentano più piazza Matteotti in quel periodo, dalla
prima estate dopo la «fusione»: almeno troppo assolata ed esposta agli sguardi
per le abitudini del tempo. (In fondo: che ci vai a fare in un posto del
genere?). Il luogo è stato poi colonizzato da gruppetti di migranti che vivono
da noi. Ci trovi solo loro di sera, da quelle parti. (È una situazione simile a
quella di piazza del Risorgimento dopo mezzanotte: è piena di ventenni; solo
loro. La scarsa o nulla promiscuità
attenua o annulla il controllo reciproco e favorisce la complicità nei
confronti di chi va compiendo atti di micro-criminalità).
È anche il caso di
ricordare che gli attuali frequentatori della zona, trattano la stessa meglio
delle persone che si ritrovano di sera e di notte in piazza Torlonia. Gente più
educata? La zona è divenuta teatro d’illegalità soprattutto nel dopocena, con
gli anni.
Le testate on line preferiscono pubblicare notizie
più su piazza Matteotti che sui giardini pubblici (piazza A. Torlonia) o sulla
«Piazza»: c’è più gente disposta a informarsi, a «cliccare» e a inviare
commenti razzisti che fanno crescere il numero dei contatti. (2/2)
Nessun commento:
Posta un commento